treno per milano. Era da un po' che non lo prendevo ma non è cambiato nulla se non forse un maggiore utilizzo della tecnologia, alcuni non hanno nemmeno il biglietto dicono il codice di prenotazione al controllore che smarca il tutto dal suo palmarino..e poi che bei televisori hanno messo in stazione anche se l'effetto tra l'ultra moderno degli schermi piatti, le parenti consunte e i pavimenti strasporchi fa un po' decadente...)...prima viaggiavo molto e non era neppure tanto male. Mi ricordo i primi anni quando in praticaalmeno una volta alla settimana ero a roma o a milano.Un'altra delle mie vite.Milano non mi ha mai appassionato forse anche perchè i nostri uffici sono in posti balordi, freddi e di periferia e quindi c'è ben poco da vedere ed il clima è veramnete schifoso(mi ricordo di un giugno in cui sono stata costretta a dormire lì perchè avevo uin riunione presto e uscendo dall'hotel di fronte all'ufficio sono stata invasa da un miliardo di moscerrini che mi sono appiccicati addosso...che schifo)non l'ho mai vissuta con piacere...forse solo quando sono andata a fare dei corsi che poi magari dormivo nel cuore della city e allora riuscivo a vderela di più... e poi i genovesi si sà amono poco m ilano e soprattutto i milanesi causa loro invasioni di massa estive in riviera non so..comuqnue milano non mi ha mai attratto più di tanto se non appunto per fare un po' di shopping e non ho trovato mai nemmeno persione particolarmente interessanti e simpaticheroma invece lo dico sempre ci ho lasciato il cuore, i cornetti caldi gli gnocchi al pomodoro (tanto per non smentirmi le prime cose che mi vengono in mente sono culinarie) il ristorante vicino ai fori, alfredo (signore di una certa età e gestore affabile) che mi chiamava principessa io sempre sola a cenare, se mi ricordavo con un libro sennò a guardarmi intorno con un po' di imbarazzo... e poi la gente a me i romani piacciano o meglio, per non generalizzare, le persone che ho conosciuto a roma sono calde gentili aperte...c'è stato un momento quando in preda al delirio di pseudo carriera, volevo seguire il mio primo capo che aveva lasciato l'azienda dove ancora sono relegata, devo dire che ci ho pensato a trasferirmi ma poi la paura di lasciare tutto, soprattutto la vita insieme a quello che sarebbe diventato mio marito, mi ha bloccato..ogni tanto ci penso a come sarebbe stata la mia vita, magari adesso guadegnerei di più, vivrei ancora storie non avrei i miei pupattoli.Non so. Ma un latente rimpianto, non forte nè struggente, intendiamoci, mi prende ma poi devo direla verità mi passa molto presto.Prima ho dovuto abbandonare gli interessi adolescenziali per poter crescere e non soffocare nei ricordi, poi tra far "carriera" (è una parola grossa ma diciamo così) e la famiglia...tutti percosi più o meno standard tutti bivii quasi obbligati della vita.
Le persone in prima classe sono sempre le stesse, giacca e cravatte per gli uomini, chi legge il giornale chi lavorora alcomputer chi legge plichi preparati da solerti segretarie. Per fortuna ci sono gli scompartimneto open space, e non quei buggigattoli a sei posti soffocanti che mi ricordano i lunghi viaggi delle vacanze al sudIl paesaggio non mi porta a nessuna concanetazione, tutto piatto tutto consueto, tutto abbastanza anonimo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento