03 ottobre 2008

Fammenti del tempo che fu...Crocchette di patate

Ho aspettato fino alla fine per partecipare al concorso del cavoletto...
in fin dei conti non ci spero tanto sulla vincita ma mi piace l'idea dell'amarcord e devo dire che mentre oensavo a quale ricetta postare mi sono venute in mente tante cose...
Dunque la mia infanzia è Salerno.
I preparativi iniziavano settimane prima con le valige stracolme di vestiti (si stava anche tre mesi!) nascoste dietro il letto di mia madre. La partenza rigorosamente in treno. In quei vagoni puzzolenti (che odorano di treno) sempre pieni di gente,dove si stava anche 9/ 10 ore (non si prendeva nessun pendolino...): viaggi interminabili dove il tempo si dilatava e le lancette non si muovevano...l'ostinazione di mia madre di viaggiare di giorno per poter guardare fuori...-così il tempo passa, mi diceva-e poi le prime case vicino napoli, dove già si respira un'altra aria, con le facciate decrepite e le tende colorate, i panni stesi al sole, e i poggioli carichi di cose; i bimbi che fanno il bagno in mare e io che guardavo se era sporco...perchè il mare vicino a napoli deve essere sporco e le spiagge devono essere transandate (quanti luoghi comuni) e poi la lunga galleria prima della stazione e finalmente Salerno-la città amata da mia madre, ancora adesso quando me ne parla le si illuminano gli occhi...
E i parenti che ti vengono a prendere ("il treno è sempre in ritardo, uh mamma è cresciuta la guagliona e tu stai bene, ma si dammi qua le valige") e il tragitto verso la casa dei nonni ( e poi della nonna e poi degli zii...)e io guardavo dal finestrino della macchina per vedere se era cambiato qualcosa e chi era il primo che avrei incontrato di quesi pseudo amici lasciati un anno prima...e le persone in un anno cambiano tanto.
E poi altri frammenti, l'acqua fredda dello scantinato, le ginocchia sbucciate, il muretto sempre troppo alto su cui salire, le corse con i bambini (io che a genova non uscivo mai), la gioia di stare insieme, la nascita di Alessandro (uno dei miei 25 cugini primi). E poi le liti, le tavolate che non finivano mai (nelle giornate di piena c'erano anche 40 persone...tutti parenti primi!!!), le continue mangiate...i pranzi che duravano ore con un fluire incessante di portate: non si pensi alla classica scaletta....la parmigiana poteva arrivare come contorno o come antipasto, i primi potevano essere due ma anche tre e mai meno di due secondi...che differenze..Non c'era molto estro ma più o meno le cose erano le solite ma ottime.
Se penso ai sapori della mia infanzia penso alle pizzette mangiate per strada, con l'immancabile foglia di basilico, alle pannocchie cotte nei bidoni di latta con sopra il burro, al muso di porco, alle zeppole (e si le devo fare...), alla parmigiana, al "o'cocomero" comprato dal nonno e messo nella vasca a raffreddare...
ma soprattutte loro, le crocchette di patate che ancora adesso mia madre mi fa quando mi vuole coccolare e che sono in teoria di una facilità disarmante ma che non sempre riescono bene...
Ricetta:
patate, parmigiano, prezzemolo, un po' di latte, scamorza o mozzarella di bufala uova farina per friggere.
Far bollire le patate, schiacciarle con il schiacciapatate, unire un po' di latte, le uova, il parmigiano, il prezzemolo tritato sale e pepe. Prendere un po' di composto inserire al centro la mozzarella/scamorza tagliata a dadini. Chiudere bene e formare delle palline un po' allungate. Passarle nella farina (buone anche nel pangrattato ma quelle doc sono con la farina) e friggerele in abbondante olio.
Volutamente non ci sono dosi: come ogni ricetta che si rispetti almeno per quelle tramandate si va un po'ad occhio...il composto deve rimanere morbido e compatto...

Già Salerno sono ormai 10 anni che non ci vado più...forse il periodo di disintossicazione è terminato...

Nessun commento:

Posta un commento