09 giugno 2008

Murakami

Ieri sera sono finalmente riuscita a finire il libro che da un po' di settimane (mesi?) vegetava sul mio comodino...
piccola premessa: l'unica costante solida della mia vita almeno per ora che non mi ha abbondonato neppure dopo lo stravolgimento che ha creato la nascita dei miei due pargoli è la lettura di libri.
Leggere è stata la mia ancora di salvezza in ogni senso, sempre.
Da ormai dieci anni ho un db libri dove registro tutti i libri che compro (e sono ancora tanti) e dove ha senso do lo un voto...ho quasi 400 volumi.Certo l'approccio che ho adesso con i libri è meno maniacale di prima (ho vissuto in via del corvo per mesi quando leggevo cronaca di poveri amanti) e sicuramente più leggero ma le frase mi ronzano sempre in testa e mi ritrovo alle volte a ricordarmi luoghi o personaggi come se li avessi conusciuti... quindi decisamente sono sempre coinvolta. Non ho mai letto un libro due volte: non ha senso almeno per me l'emozioni che ti può dare un libro è inutile replicarle. Inoltre tante volte quando mi ricordo alcuni episodi della mia vita, mi viene in mente il libro che stavo leggendo in quel periodio, "proprio quello" e tante emozioni riaffiorano e si collegano e il puzzle si ricostruisce...
Non ho preconcetti particolari sui libri: leggo diciamo quasi ogni genere fatta eccezione di libri di fantascenza, di libri sui mariani e sul mare (e non so perchè ma proprio non li reggo) sul resto sono aperta.
Allora, ho finito l'ultimo libro di Murakami che è da sempre uno dei miei autori preferiti. Dance dance dance, regalo di Lore nella nostra lunga pausa di riflessione, tante pagine letta in quella camera piena di cd che mi ha "ospitato"per un periodo forse troppo breve,oltre ad una scrittura limpida è caratterizzato da un lento passaggio da una situazione reale e concreta ad una sempre più astratta e metaforica.
L'astrazione il sogno l'onirico diventano sempre più presenti nell'opera dell'autore, fatta eccezione per il saggio/intervista Underground,passando per L'uccello che girava le viti del mondo,sino a Kafka sulla spiaggia dove tra piogge di sardine e sanguisughe, pietre che celano entrate, gatti che parlano, incesti e riferimenti mitologici, uomini che non sono uomini ma nemmeno donne...tutto è in un'altra dimensione e anche gli avvenimenti reali...non sai se lo sono per davvero...E poi i personaggi: stannno a guardare,si lasciano vivere subiscono una vita vuota sino a chè non succede qualcosa e quel qualcosa non è nella dimensione umana ma nell'altra
Devo dire che nostante sia un libro che a priori non avrei mai scelto (l'ho scelto unicamente per l'autore) e nonostante un po' di difficoltà iniziale ad entrare dentro l'atmosfera , mi ha coinvolto e appassionato. La fine è un po' in sospensione Kafka dorme e tutto quello che gli è successo potrebbe essere solo un sogno e io me lo auguro..

Nessun commento:

Posta un commento